Franco Oliverio, il medico degli emarginati
di Salvatore Cherchi.
Venti anni fa, il 22 marzo 2004, è scomparso Franco Oliverio, il medico degli emarginati. Aveva solo 62 anni.
Franco Oliverio era un medico di grande talento, strenuo difensore del servizio sanitario pubblico, in prima fila nella battaglia per l’apertura e la messa in servizio dell’ospedale Brotzu di Cagliari, finito ma sempre tenuto chiuso con motivi pretestuosi in ossequio agli interessi delle cliniche private.
Ha dedicato tanto tempo, tante energie e tante sue risorse finanziarie a soccorrere le vittime della droga, i giovani soprattutto: bussavano alla sua porta, o meglio: alla sua finestra, in qualsiasi ora della notte. Dalla fine degli anni Sessanta e nei successivi decenni Cagliari e tante altre zone della Sardegna hanno conosciuto il flagello della droga: si moriva a grappoli, molte vite sono state tragicamente segnate. Si deve a persone come Franco Oliverio se è stata organizzata una rete di resistenza a questo flagello. Una rete nata nella società civile prima ancora che nelle istituzioni, animata da persone generose e capaci come Salvatore Morittu, Ettore Cannavera, altri uomini di scienza e di chiesa.
Vi era un’altra categoria di persone destinatarie dell’impegno di Franco Oliverio: le persone finite in carcere. Ben sapeva che la condizione sociale può segnare il destino di una persona e perciò le trattava con rispetto e con fermezza per aiutarle a conquistarsi la dignità nel lavoro e nella vita. Per questo era rispettato negli ambienti della cosiddetta malavita cagliaritana: si era guadagnato la fiducia.
Era aperto al dialogo con chiunque - quale che fosse la sua collocazione politica - ponesse attenzione nelle istituzioni alla concreta soluzione di un problema; era anche un compagno di strada della sinistra con il suo pensiero critico e di ferma indipendenza. Più volte i dirigenti del partito comunista gli hanno proposto la candidatura nelle istituzioni incontrandosi con il suo gentile e fermo rifiuto perché per la causa degli emarginati riteneva più utile il suo agire come persona libera da ogni vincolo.
Anni fa l’Amministrazione comunale di Cagliari, guidata da Emilio Floris, gli ha dedicato una piazza nel quartiere di Sant’Elia, di fronte al mare: un riconoscimento meritato e nel luogo che più richiama la sua azione sociale.
Sarà ricordato a Cagliari, nella sede della Fondazione di Sardegna, il prossimo 22 marzo, alle ore 17.00, in un incontro organizzato dalla Fondazione Anna Ruggiu e da Aladinpensiero News a cui aderisce la Fondazione Enrico Berlinguer.