Linetta Serri: un grande esempio di impegno per la buona politica
di Salvatore Cherchi.
La compagna Linetta Serri è scomparsa all’età di 77 anni alla vigilia di Pasqua.
I familiari hanno scritto nel necrologio che Linetta ha dedicato molto tempo della sua vita alla buona politica: una sintesi veritiera ed efficace. Come tanti e tante della sua e nostra generazione si era iscritta al Partito comunista italiano, il soggetto politico collettivo su cui riponevamo le speranze del rinnovamento generale della società italiana e, noi sardi, della trasformazione sociale della Sardegna.
Lo aveva fatto nel 1974, anno cruciale dell’impetuoso movimento cresciuto in quegli anni nella società sarda. Il 1974 è l’anno del referendum sul divorzio: la popolazione sarda si pronunciò per il mantenimento della legge con oltre il 55% dei voti, di gran lunga il miglior risultato del Mezzogiorno. È anche l’anno della straordinaria mobilitazione per una nuova Rinascita, e segnatamente per il riscatto dei territori interni dell’Isola. Tutti noi di quella generazione conserviamo memoria della manifestazione con decine di migliaia di persone promossa dai sindacati a Cagliari nel gennaio del 1974 e conclusa da Luciano Lama. Fu l’apice di una discussione corale che coinvolse capillarmente la società sarda e che sfociò nella seconda legge sulla Rinascita imperniata sulla riforma agropastorale, sulla piccola e media impresa e sulla ricerca e sviluppo tecnologico a correzione di un modello di sviluppo basato sulla grande impresa petrolchimica che già allora mostrava vistose crepe.
Il suo impegno sulla questione femminile fu netto nella direzione politica della specifica commissione del partito e nell’azione concreta come, ad esempio, l’organizzazione delle campagne di resistenza all’abrogazione della legge 194/78 sull’interruzione della gravidanza.
Il PCI era un partito che valorizzava i giovani quadri con una selezione basata sulle qualità, sulle esperienze maturate sul campo e sulla affidabilità e serietà personali. Queste caratteristiche dovevano essere riconosciute innanzitutto dalle sezioni di riferimento del proprio territorio e poi dall’organismo di direzione della federazione di appartenenza. Linetta Serri queste caratteristiche le possedeva tutte e per questa ragione divenne nel 1984 Consigliere regionale. In quell’anno il PCI era arrivato al governo della Regione passando per la via maestra. Vinse nettamente le elezioni, preparate per tempo con il contributo di Enrico Berlinguer, in alleanza con le altre formazioni della sinistra e con i sardisti che con Mario Melis assunsero la presidenza. Emanuele Sanna divenne presidente del Consiglio.
Linetta Serri partecipò a quella esperienza occupandosi di diritti civili. Fu presidente della Commissione di riferimento e promosse la riforma dei servizi sociali che segnò un sostanziale avanzamento dei diritti di cittadinanza in questo campo. Un altro importante risultato fu la legge regionale per l’istituzione dei consultori familiari. Confermata nella legislatura successiva, divenne vicepresidente del Consiglio: ancora oggi sono poche le donne ad avere ricoperto questo incarico.
Quando il Pci fu sciolto nel biennio 1989 – 1991, aderì al nuovo Partito democratico della sinistra. In questo campo ha continuato la sua militanza politica.
Era di Armungia, come Emilio Lussu. Di Emilio e Joyce Lussu era profonda conoscitrice e molto fece concretamente per conservarne viva la memoria e la lezione più che mai attuale soprattutto dopo la conclusione dell’esperienza storica del partito comunista. Di Armungia fu sindaca per due mandati. L’attenzione posta ai piccoli comuni le valse la presidenza dell’Anci della Sardegna, l’associazione dei comuni italiani, e un ruolo negli organi nazionali e nelle istituzioni europee.
In questi ruoli è passata lasciando l’impronta della buona politica, appunto, dell’integrità morale e della lotta per i diritti di tutti, dei più deboli essenzialmente.
Non casualmente alla cerimonia di saluto nel cimitero di Cagliari c’erano tante persone: una testimonianza visibile della stima e della simpatia cresciute nella fitta trama di feconde e durature relazioni tessute nella sua vita.
Grazie per aver ricordato con queste nobili parole una grande combattente ed attenta politica militante. Un esempio per diverse generazioni. GRAZIE .