Il bilancio della mostra "I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer"
La mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” ha registrato 25.134 presenze certificate.
Il risultato ha confermato le attese: la mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” allestita nella Passeggiata coperta e Galleria dello Sperone del Bastione Saint Remy di Cagliari, nei 59 giorni di apertura, dal 5 aprile al 2 giugno, ha registrato 25.134 presenze certificate: persone di ogni età, alcune delle quali tornate più volte, turisti e studenti. L’apprezzamento della mostra è tangibile nei tanti scritti che i cittadini e le cittadine hanno lasciato riempendo due ponderosi volumi.
Collateralmente alla mostra è stata organizzata una rassegna cinematografica con cinque titoli a cura della Società Umanitaria, Cineteca Sarda, diretta da Antonello Zanda. La Fondazione Teatro Lirico, presieduta da Mario Marchetti, ha invece curato due eventi musicali nelle giornate di inaugurazione e di conclusione dell’esposizione.
Oltre questi eventi, gli organizzatori hanno arricchito l’offerta culturale con 15 iniziative di pubblico dibattito che hanno coinvolto 97 relatori e relatrici, davanti a un pubblico per lo più numeroso. I temi trattati hanno una radice berlingueriana ma sono stati sviluppati in chiave contemporanea: il lavoro, la pace, le questioni sociali. Molto partecipate le due iniziative di solidarietà con la popolazione di Gaza sottoposta ad un orribile massacro per volere del governo israeliano. Sono stati presentati, in anteprima nazionale, gli archivi di Enrico Berlinguer che la Fondazione Gramsci ha digitalizzato e pubblicato in modalità open, e ricerche originali realizzate in ambito universitario: fra le quali sul lessico politico e sul rapporto con la scienza e la tecnologia del leader sardo.
La mostra è stata organizzata dall’Associazione Enrico Berlinguer con sede a Roma e dalla Fondazione omonima con sede a Cagliari; è stato possibile realizzarla grazie al sostegno della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Cagliari. Il partenariato tra Regione, Comune e Fondazione ha ben funzionato grazie alla costante cooperazione con il sindaco Massimo Zedda e le assessore della Cultura Maria Francesca Chiappe e Ilaria Portas. È stato peraltro essenziale la positiva collaborazione con le direzioni e i funzionari degli assessorati della Cultura della Regione e del Comune.
Il presidente della Fondazione Enrico Berlinguer, Salvatore Cherchi, nel fare il bilancio, ha dichiarato che “il notevole afflusso di pubblico all’esposizione cagliaritana - che ripete quanto già registrato nelle precedenti edizioni di Roma, Bologna, Sassari – indica la persistenza nella memoria collettiva di un leader scomparso oltre quarant’anni fa. Fatto importante, molti giovani sono stati alla mostra incontrandosi con la figura di Enrico Berlinguer per la prima volta: un’esperienza che lascia il segno del suo spessore morale. Emerge, ancora una volta, la nostalgia della politica fatta in modo rigoroso e credibile: questo sentimento è molto diffuso fra i cittadini e le cittadine indipendentemente dalla loro collocazione politica. Questo sentimento, che è anche volontà di impegno andrebbe colto da tutti a partire, ovviamente, dalle forze della sinistra che a Berlinguer si richiamano”.
“Non è stata una celebrazione del passato ma una riflessione sul presente e un tentativo di immaginare il futuro”, ha commentato Maria Francesca Chiappe. “La partecipazione ai tanti dibattiti sul lavoro, i giovani, la questione femminile, l’informazione, la scienza, la pace, la Palestina ci ha mostrato la passione civile di moltissime persone. Ed è stata questa la cifra della mostra”. Queste valutazioni sono condivise dal sindaco Massimo Zedda che ringraziata la Fondazione e la Regione, ha sottolineato “il messaggio carico di speranza che Berlinguer ha lasciato pensando alle nuove generazioni: quello della buona politica e della coerenza fra il pubblico e il privato e tra il ciò che si dichiara e il come si agisce. Di questo c’è bisogno e dobbiamo farcene carico tutte e tutti, da chi lavora nelle istituzioni, soprattutto, alla società civile.”
