Giuliano Amato su Enrico Berlinguer, ovvero la storia piegata all'autoassoluzione

di Salvatore Cherchi.

Ricorreva, il 29 giugno scorso, il centenario della nascita di Giorgio Napolitano, compagno caro a noi tutti che abbiamo condiviso lโ€™esperienza del Pci e dei partiti a questo succeduti. Giovanissimo scelse la militanza politica a tempo pieno: era anche lui, come Enrico Berlinguer, un ๐‘“๐‘ข๐‘›๐‘ง๐‘–๐‘œ๐‘›๐‘Ž๐‘Ÿ๐‘–๐‘œ di partito. Dalla segreteria della federazione comunista di Caserta รจ arrivato sino alla Presidenza della Repubblica.

Lโ€™anniversario รจ stato ricordato con celebrazioni e riflessioni sul pensiero e lโ€™azione del dirigente politico e dellโ€™uomo delle Istituzioni. Giorgio Macciotta, che di Napolitano fu stretto collaboratore, per la nostra Fondazione ha scritto unโ€™acuta analisi sul suo meridionalismo โ€œ๐‘ ๐‘’๐‘›๐‘ง๐‘Ž ๐‘Ž๐‘ ๐‘ ๐‘–๐‘ ๐‘ก๐‘’๐‘›๐‘ง๐‘Ž ๐‘’ ๐‘‘๐‘’๐‘š๐‘Ž๐‘”๐‘œ๐‘”๐‘–๐‘Žโ€. Il Senato ha dato alle stampe il ponderoso volume ๐˜Ž๐˜ช๐˜ฐ๐˜ณ๐˜จ๐˜ช๐˜ฐ ๐˜•๐˜ข๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ช๐˜ต๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฐ. ๐˜›๐˜ฆ๐˜ด๐˜ต๐˜ช๐˜ฎ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ช๐˜ข๐˜ฏ๐˜ป๐˜ฆ ๐˜ฆ ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ต๐˜ต๐˜ช๐˜ท๐˜ฆ ๐˜ข ๐˜ค๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฏ๐˜ช ๐˜ฅ๐˜ข๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ฏ๐˜ข๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ตa, una biografia ricostruita attraverso decine di contributi, introdotta da Guido Melis. La Fondazione Gramsci, lโ€™Istituto italiano per gli studi storici e lโ€™Associazione Giorgio Napolitano gli hanno dedicato un convegno di studi. Quel convegno, oltre che per la partecipazione del Presidente della Repubblica e il merito degli interventi di insigni studiosi, ha avuto eco sui mezzi di informazione per le parole di Giuliano Amato che, da presidente di una sessione, ha scelto di poggiare la celebrazione delle virtรน di Giorgio Napolitano sulla demolizione di Enrico Berlinguer con un discorso da cui Giorgio Napolitano, persona seria, avrebbe certamente preso le distanze.

Come sarebbe stata la storia dellโ€™Italia, se, nel 1972, invece di Berlinguer, segretario del partito fosse diventato Napolitano? si รจ chiesto Amato che, pronto e saldo nelle certezze, si รจ risposto: ยซ๐ฟ๐‘Ž ๐‘ ๐‘ก๐‘œ๐‘Ÿ๐‘–๐‘Ž ๐‘‘'๐ผ๐‘ก๐‘Ž๐‘™๐‘–๐‘Ž ๐‘ ๐‘Ž๐‘Ÿ๐‘’๐‘๐‘๐‘’ ๐‘ ๐‘ก๐‘Ž๐‘ก๐‘Ž ๐‘‘๐‘–๐‘ฃ๐‘’๐‘Ÿ๐‘ ๐‘Ž ๐‘ ๐‘’ ๐‘๐‘Ž๐‘๐‘œ๐‘™๐‘–๐‘ก๐‘Ž๐‘›๐‘œ ๐‘›๐‘œ๐‘› ๐‘“๐‘œ๐‘ ๐‘ ๐‘’ ๐‘Ÿ๐‘–๐‘š๐‘Ž๐‘ ๐‘ก๐‘œ ๐‘–๐‘› ๐‘š๐‘–๐‘›๐‘œ๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘›๐‘ง๐‘Ž ๐‘’ ๐‘ ๐‘’ ๐‘™๐‘Ž ๐‘ ๐‘ข๐‘Ž ๐‘๐‘Ÿ๐‘œ๐‘ ๐‘๐‘’๐‘ก๐‘ก๐‘–๐‘ฃ๐‘Ž ๐‘“๐‘œ๐‘ ๐‘ ๐‘’ ๐‘ ๐‘ก๐‘Ž๐‘ก๐‘Ž ๐‘๐‘œ๐‘›๐‘‘๐‘–๐‘ฃ๐‘–๐‘ ๐‘Ž ๐‘‘๐‘Ž ๐‘ข๐‘› ๐‘ข๐‘œ๐‘š๐‘œ [๐ธ๐‘›๐‘Ÿ๐‘–๐‘๐‘œ ๐ต๐‘’๐‘Ÿ๐‘™๐‘–๐‘›๐‘”๐‘ข๐‘’๐‘Ÿ] ๐‘‘๐‘– ๐‘”๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘›๐‘‘๐‘’ ๐‘“๐‘Ž๐‘ ๐‘๐‘–๐‘›๐‘œ, ๐‘š๐‘Ž ๐‘๐‘Ÿ๐‘–๐‘ฃ๐‘œ ๐‘‘๐‘– ๐‘ฃ๐‘’๐‘‘๐‘ข๐‘ก๐‘’ ๐‘๐‘’๐‘Ÿ ๐‘–๐‘™ ๐‘“๐‘ข๐‘ก๐‘ข๐‘Ÿ๐‘œยป.

Sulla storia fatta con i se hanno ironizzato e replicato Francesco Merlo, sul quotidiano La Repubblica, e altri su altre testate. In Sardegna, lo ha fatto Paolo Maninchedda, che, pur distante per cultura e visione politica da Berlinguer, si รจ ribellato allโ€™operazione caricaturale e strumentale fatta da Amato. Si puรฒ aggiungere, per la veritร  storica, che Giorgio Napolitano e Enrico Berlinguer hanno sempre militato nello stesso partito, segno che unitร  e condivisione prevalevano sulle pur consistenti distinzioni. E si puรฒ aggiungere che nessuno dei due ha proposto il superamento del PCI, pur essendo andati molto avanti nellโ€™innovazione della cultura politica dei comunisti e che semmai รจ stato Berlinguer ad essere andato piรน in lร  con il discorso โ€œsullโ€™esaurimento della spinta propulsiva della rivoluzione dโ€™ottobreโ€ che intravedeva lโ€™epilogo del ๐‘ ๐‘’๐‘๐‘œ๐‘™๐‘œ ๐‘๐‘Ÿ๐‘’๐‘ฃ๐‘’. Quale che sia il giudizio sulla ๐‘ ๐‘ฃ๐‘œ๐‘™๐‘ก๐‘Ž ๐‘‘๐‘’๐‘™๐‘™๐‘Ž ๐ต๐‘œ๐‘™๐‘œ๐‘”๐‘›๐‘–๐‘›๐‘Ž, questa fu fatta da Achille Occhetto.

La si potrebbe chiudere cosรฌ ma si resterebbe sul piano della polemica, improduttiva di veritร . E quindi bisogna dipanare il filo delle affermazioni di Amato e andare al merito della icastica definizione di Berlinguer come โ€œ๐‘ข๐‘œ๐‘š๐‘œ ๐‘‘๐‘– ๐‘”๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘›๐‘‘๐‘’ ๐‘“๐‘Ž๐‘ ๐‘๐‘–๐‘›๐‘œ ๐‘š๐‘Ž ๐‘๐‘Ÿ๐‘–๐‘ฃ๐‘œ ๐‘‘๐‘– ๐‘ฃ๐‘’๐‘‘๐‘ข๐‘ก๐‘’ ๐‘๐‘’๐‘Ÿ ๐‘–๐‘™ ๐‘“๐‘ข๐‘ก๐‘ข๐‘Ÿ๐‘œโ€ e, dunque ostacolo politico a โ€œ๐‘ข๐‘›๐‘Ž ๐‘ ๐‘ก๐‘œ๐‘Ÿ๐‘–๐‘Ž ๐‘‘๐‘–๐‘ฃ๐‘’๐‘Ÿ๐‘ ๐‘Ž ๐‘‘๐‘’๐‘™๐‘™โ€™๐ผ๐‘ก๐‘Ž๐‘™๐‘–๐‘Žโ€. Prima, perรฒ, richiamo a me stesso, caso mai lo dimenticassi, la lunga, ricchissima e complessa biografia politica di Giuliano Amato. Chi ha parlato di Berlinguer al convegno su Napolitano non รจ un โ€œsempliceโ€ studioso ma uno che al potere รจ rimasto nelle piรน differenti stagioni politiche e sempre in primo piano; uno che parla di Napolitano e di Berlinguer ma sta parlando, e molto, anche di sรฉ stesso e del gruppo dirigente socialista, di cui era eminente esponente, che si scontrรฒ con Berlinguer e il gruppo dirigente del Pci. Discutiamo di questo, dunque, e stiamo ai fatti: โ€œ๐ผ๐‘™ ๐‘“๐‘Ž๐‘ก๐‘ก๐‘œ ๐‘’ฬ€ ๐‘™๐‘Ž ๐‘๐‘œ๐‘ ๐‘Ž ๐‘๐‘–๐‘ขฬ€ ๐‘œ๐‘ ๐‘ก๐‘–๐‘›๐‘Ž๐‘ก๐‘Ž ๐‘Ž๐‘™ ๐‘š๐‘œ๐‘›๐‘‘๐‘œโ€, fa dire a Woland, il re dei diavoli, Michail Bulgakov. I fatti nessuno puรฒ cambiarli.

Berlinguer, a proposito di sguardi sul futuro, fu irriso quando, con il discorso sullโ€™austeritร , propose un modello di sviluppo basato sui consumi collettivi e non sullโ€™iperconsumismo individuale. โ€œ๐‘ˆ๐‘› ๐‘“๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘ก๐‘’ ๐‘ง๐‘œ๐‘๐‘๐‘œ๐‘™๐‘Ž๐‘›๐‘ก๐‘’โ€: cosรฌ, testualmente, lo etichettavano gli zelanti craxiani. Loro, invece, erano i modernizzatori. Modernizzarono il Paese? Tra il 1980 e il 1990 il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo passรฒ dal 55% al 100% e nel 1994 valeva il 124%. Per memoria: sono gli anni del CAF (acronimo di Craxi, Andreotti, Forlani) al governo dellโ€™Italia. Cosa faceva Giuliano Amato negli anni del CAF? Nel 1983 era sottosegretario alla presidenza del Consiglio, eminenza grigia a Palazzo Chigi. Vi restรฒ per tutta la legislatura. In quella successiva, forte di meriti acquisiti, divenne ministro del Tesoro e vicepresidente del Consiglio. Gli toccรฒ in sorte di chiudere la lunga stagione del CAF da presidente del Consiglio: lasciรฒ in ereditร  agli italiani il peso del debito pubblico piรน che raddoppiato, decretรฒ il prelievo forzoso del sei per mille dai conti correnti degli italiani, lโ€™uscita dellโ€™Italia dallo Sme etc. etc. etc. Dunque: Berlinguer era uno โ€œzoccolanteโ€, retrogrado. E loro erano i sedicenti modernizzatori. Ma il decennio della grande modernizzazione si concluse nel caos politico, morale, economico e finanziario. Piรน che di modernizzazione, bisognerebbe parlare di saccheggio dello Stato. โ€œ๐‘„๐‘ข๐‘’๐‘ ๐‘ก๐‘œ ๐‘’ฬ€ ๐‘–๐‘™ ๐‘“๐‘Ž๐‘ก๐‘ก๐‘œโ€, direbbe Woland.

Enrico Berlinguer fu criticato, anche da dirigenti del suo partito, quando mise al centro dellโ€™iniziativa politica del PCI ๐‘™๐‘Ž ๐‘ž๐‘ข๐‘’๐‘ ๐‘ก๐‘–๐‘œ๐‘›๐‘’ ๐‘š๐‘œ๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘™๐‘’, ma era (ed รจ) in grande sintonia con il comune sentire dellโ€™opinione pubblica. Sbagliava Berlinguer? Al riguardo, per spiegarmi con qualcosa di una certa rilevanza, parlerรฒ di partecipazioni statali e di economia mista al tempo del CAF.

Unโ€™indagine parlamentare ha concluso che Iri, Eni ed Enel tra il 1980 e il 1994 (per memoria: sempre gli anni del CAF) hanno generato oneri a carico dello Stato pari a 120.680 miliardi di lire. Lโ€™Efim, il minore degli enti delle Partecipazione statali, che esisteva solo per dare un feudo ai partiti minori del CAF, รจ costato 16.900 miliardi di lire alla finanza pubblica. A guardare quei dati si potrebbe dedurre che le imprese partecipate dallo Stato siano intrinsecamente e inesorabilmente dissipatrici del pubblico danaro e delle tasse dei contribuenti. Si tratta di una conclusione fuorviante e assolutoria delle responsabilitร  politiche. A ben vedere, le stagioni dello Stato imprenditore non sono state tutte eguali e tutte negative: ce ne sono state anche di molto positive. Al riguardo, insegna qualcosa il confronto fra periodi. Come accennato precedentemente, il costo per la finanza pubblica di Efim, Iri; Eni ed Enel, fra il 1980 e il 1994 fu di oltre 137mila miliardi di lire. Per avere un confronto, fatto con valori omogenei, il costo dello Stato imprenditore dal 1937 al 1979 era stato di 10.402 miliardi di lire a fronte di risultati molto positivi nella stagione della ricostruzione del Paese dopo la Seconda guerra mondiale e negli anni del boom economico cui le partecipazioni statali contribuirono in misura determinante. Si accrebbe anche il patrimonio dello Stato: nonostante i richiamati disastri del periodo 1980 โ€“ 1994, lo Stato imprenditore registrava, nellโ€™anno 2000, un saldo attivo di 81.300 miliardi di lire fra costi sostenuti e entrate da dividendi e alienazioni e valore delle aziende anche ancora possedute. Un attivo notevole: le stagioni, appunto, non sono state tutte uguali.

In veritร  negli anni Ottanta del secolo scorso ci fu una drammatica degenerazione figlia della lottizzazione al ribasso e dellโ€™ingerenza pervasiva dei partiti di governo nelle aziende, del rapporto incestuoso fra pubblico e privato e della diffusa corruttela di tanti managers ed esponenti politici. La corruzione fu il fenomeno che emerse piรน clamorosamente: Enimont, da sola, mosse 150 miliardi di lire di tangenti. Ma il danno fu ben piรน ampio e profondo. Interi gruppi industriali furono distrutti in quella stagione; lavoratori licenziati e dirigenti capaci e onesti mortificati; un volume enorme di risorse pubbliche dissipato; le privatizzazioni imposte e praticate in uno stato di necessitร  costrinsero lo Stato a svendere le aziende. Il CAF agonizzante, Amato, dopo aver fatto parte dei gruppi dirigenti politicamente responsabili dello scempio, rivestรฌ i panni del becchino dello Stato imprenditore. Nella situazione data di dissesto finanziario, le riforme tentate in extremis dal suo governo si tradussero inesorabilmente nella liquidazione del sistema dellโ€™economia mista che tanto aveva dato allo sviluppo del Paese. Ho viva memoria del disappunto di Gerardo Chiaramonte, indubbiamente un fermo riformista, di fronte a quellโ€™epilogo. โ€œ๐‘„๐‘ข๐‘’๐‘ ๐‘ก๐‘œ ๐‘’ฬ€ ๐‘–๐‘™ ๐‘“๐‘Ž๐‘ก๐‘ก๐‘œโ€, direbbe ancora Woland.

Almeno a posteriori si dovrebbe riconoscere che Enrico Berlinguer aveva colto bene, e per tempo, le radici della crisi quando pose al sistema politico e alla societร  italiana la questione morale intesa non come semplice fatto di malaffare ma essenzialmente come lโ€™occupazione invasiva dello Stato da parte dei partiti di governo. Il citato caso delle partecipazioni statali ne รจ una drammatica dimostrazione, ma non รจ il solo caso. Volutamente non ho fatto alcun cenno alle inchieste giudiziarie perchรฉ il fallimento di quei gruppi dirigenti fu essenzialmente politico e morale.

Il Berlinguer della questione morale e dellโ€™austeritร  che antivedeva le conseguenze del sistema dei partiti piegati sullโ€™occupazione del potere e di un sistema economico e sociale costruito sulla dissipazione delle risorse, era, in realtร , un moderno. Da Craxi era diviso da questioni di merito e non dal pregiudizio verso il partito socialista anche quando questo si era dato lโ€™obiettivo, ovviamente legittimo, di soppiantare il Pci come primo partito della sinistra. Non casualmente dellโ€™elezione del socialista Sandro Pertini alla Presidenza della Repubblica, il regista fu Enrico Berlinguer e non Bettino Craxi. E non casualmente, Enrico Berlinguer dialogava costruttivamente con Brandt, Palme, Mitterand, Kreisky, i leader delle socialdemocrazie europee.

Enrico Berlinguer, soggetto anche lui al giudizio della storia, compreso il suo essere stato comunista italiano sino alla conclusione dei suoi giorni, resta nella memoria collettiva del nostro Paese, a quaranta anni dalla morte, come il piรน popolare leader politico della seconda metร  del Novecento tanto per il suo modo di intendere la politica come per le sue โ€œidee lungheโ€ che si proiettano nel nostro tempo. Non sarร  il giudizio di Amato a cambiare quello della coscienza del Paese. ๐ด๐‘›๐‘โ„Ž๐‘’ ๐‘ž๐‘ข๐‘’๐‘ ๐‘ก๐‘œ ๐‘’ฬ€ ๐‘ข๐‘› ๐‘“๐‘Ž๐‘ก๐‘ก๐‘œ.

Enrico Berlinguer. Foto di Tatano Maiore, 1984

15 pensieri riguardo “Giuliano Amato su Enrico Berlinguer, ovvero la storia piegata all'autoassoluzione

  1. Maria Del Zompo ha detto:

    Definire Enrico Berlinguer come una figura politica senza una visione รจ un grande errore da parte di Amato. Basta leggere i resoconti dei suoi discorsi o i suoi scritti o le sue interviste per rendersi conto della capacitร  di Enrico Berlinguer di avere chiari gli obiettivi da raggiungere per lโ€™Italia. Oltre a quanto ben scritto da Tore Cherchi aggiungo la sua visione di un mondo che andava inesorabilmente verso la crisi climatica e cosa fare x opporsi o lโ€™importanza della ricerca nella creazione di uno sviluppo sostenibile sostenibile come esempi. Vorrei aggiungere anche la chiara visione di quanto la tecnologia digitale, allora agli albori, avrebbe modificato il mondo del lavoro e lโ€™importanza della cultura per affrontare quei cambiamenti che sono oggi realtร . Purtroppo Enrico Berlinguer non รจ stato ascoltato quanto sarebbe stato necesssrio e lโ€™Italia starebbe molto meglio di come sta oggi

  2. Remo Lai ha detto:

    La questione morale la lungimiranza politica di Enrico Berlinguer รจ piรน che mai attuale in uno Stato privo di capacitร  di dare risposte ai bisogni sociali, economici e politici interni al mostro paese nonchรฉ sulle politiche estere

  3. Remo Lai ha detto:

    La questione morale la lungimiranza politica di Enrico Berlinguer รจ piรน che mai attuale in uno Stato privo di capacitร  di dare risposte ai bisogni sociali, economici e politici interni al mostro paese nonchรฉ sulle politiche estere

  4. Walter Porcedda ha detto:

    Condivido punto per punto lโ€™analisi e il testo dellโ€™intervento di Tore Cherchi costruito sui โ€œfattiโ€. E che toglie sostanzialmente credibilitร  allโ€™attacco di Amato. Un attacco al ricordo e allโ€™opera politica di un gigante come Enrico Berlinguer condotto nel classico stile craxiano. Purtroppo un metodo che aprirร  le porte allโ€™epoca berlusconiana.

  5. paolo marras ha detto:

    Il dott. Sottile puรฒ solo fare i conti con la sua ipocrisia. Tradรฌ anche Craxi. Prima di nominare Enrico dovrebbe sciaquarsi la bocca. Con Napolitano,Enrico, non era in grande sintonia:i migliori sti stravedevano per i socialisti e i risultati si sono visti. Dal saccheggio dello stato a tangentopoli. Oggi dominano anche il PD. Ma sarebbe troppo lunga. Oggi, grazie a Letta e altri, ci ritroviamo i fascisti al governo e grazie a Renzi e ai suoi, Larussa seconda carica dello stato. Enrico non lo avrebbe permesso.

  6. Piero Manunza ha detto:

    Bravo Tore condivido pienamente

  7. Gianni Rassu ha detto:

    Ancora oggi la politica รจ in grande parte partecipata da personaggi che, non sapendo costruire, si adoperano a ridimensionare i meriti di altri, per loro inarrivabili, parlando di seโ€™.

  8. Maria GiovannaMedau ha detto:

    Lโ€™Italia non sa fare i conti con iโ€ fatti della Storiaโ€. Non li ha fatti con il fascismo e i suoi orrori che , ieri sera, Cazzullo e Ovadia ci hanno ricordato su la 7 , non li ha fatti con gli anni del CAF e dellโ€™occupazione dello Stato da parte dei partiti , allora, al governo le cui conseguenze , ancora oggi, paghiamo in termini politici ed economici.La politica dellโ€™affarismo degli amici di partito e degli amici degli amici, il moderno โ€œ amichettismoโ€! Tacciare Enrico Berlinguer di mancata visione di futuro , detto da Amato, รจ un insulto ai fatti, alla sua Storia politica.Sicuramente il futuro a cui mirava Berlinguer non era il futuro sognato dal CAF , dove la parola dโ€™ordine era la spartizione del potere e lo spolpamento dello Stato in tutti suoi aspetti , tra tangenti e corruzione.La questione morale Berlingueriana non poteva avere spazio in quel contesto , neโ€™ la parola ambiente, sviluppo emancipazione come realizzazione della Costituzione nata dai valori della Resistenza. Bene ha fatto Cherchi nel Ricordare con dati precisi cosa veramente accadde in quegli anni! Sono fatti delle cui tragiche conseguenze portiamo ancora i segni sul piano economico( un debito pubblico che aumenta e rende politicamente fragile lโ€™Italia)sul piano politico lโ€™aver rotto quel filo tra Stato e cittadini che la politica, al tempo di Berlinguer , aveva creato e cioรจ che lโ€™impegno , la partecipazione democratica pagano . Tutti i diritti di cui godiamo oggi, non so ancora per quanto, sono stati conquistati allora ed erano parte integrante dellโ€™idea di futuro di Berlinguer che Amato contesta. Studiare il passato, fare i conti anche con ciรฒ che ha veramente detto Berlinguer ci farebbe capire meglio il nostro presente. Ci farebbe , soprattutto trovare la voglia di indignarsi, come allora si faceva, contro la guerra, contro i soprusi. La generazione dei sessantotto e un poโ€™ piรน giovani eโ€™ statisticamente oltre un quarto della popolazione del paese eโ€™ tempo che ridia voce alla sua coscienza , non per il potere,largo ai giovani, ma per spiegare ai giovani che la politica non eโ€™ quella di Trump o della Meloni che ,come faceva il CAF ,svende la nostra economia agli amici( come la fibra ottica di Tim allโ€™americana Kkr attirando lโ€™attenzione di Bruxelles )o il futuro(?) contratto con Mask su satelliti, opporsi eโ€™ possibile facendo parlare i fatti e non le narrazioni dei Seโ€ฆdi Amato.

  9. Mario Marroccu ha detto:

    Per alcuni รจ complesso capire la Storia. Un giorno Amato scoprirร  che la Storia dell'Italia Repubblicana รจ divisa in due: quella che vร  dai Padri Costituenti del 1948 fino all'anno del disastro del 1992, e quella della "Seconda Repubblica" che ha le sue radici nei fatti del 1992. Scoprirร  che la prima fu fondata sulla " morale" dei Resistenti; la Seconda si fondรฒ sul disprezzo della " questione morale". All'origine del secondo periodo, che ha smontato i valori dell'Italia del primo periodo, vi fu il Governo Amato I.

  10. Mario Marroccu ha detto:

    Per essere esatti Giuliano Amato si trovs esattamente al centro della Storia dei 79 anni della Repubblica. Il suo governo de Giugno 1992 รจ uno snodo determinante. La Repubblica imiziรฒ formalmente col referendum del 1946. Iniziรฒ sostanzialmente nel Gennaio 1948. Da allora si divide in due periodi : quello dal 1948 al 1992 chiamato Prima Repubblica e quello dal governo Amato del 1992 giorni, chiamato Seconda Repubblica.Il primo periodo si resse sui valori dei "resistenti" . Il secondo periodo ebbe le radici sui nuovi disvalori portati da coloro che demolirono la " questione morale" che aveva profeticamente messo in guardia l'Italia su quanto stava avvenendo nel decennio degli anni '80 e che esplose col noto mariuolo milanese. L'aggiustamento dei danni venne affidato al governo Amato I e lui cambiรฒ l'Italia introducendola in un percorso che ci ha condotto fino ai giorni nostri.

  11. Mariano ha detto:

    Grazie Tore per questo puntuale e preciso articolo.
    Davvero qualcuno prima di nominare Enrico dovrebbe sciacquarsi la bocca con la soda caustica evitando cosรฌ di distorcere la storia, che oramai sta diventando lo sport piรน popolare del calcio.
    Se ci fosse ancora Enrico Berlinguer oggi non avremo i fascisti al governo
    Vergognati Amato

  12. Yerina Ruiu ha detto:

    Grazie Tore per l'onestร  dell' argomentazione che fa ancora sperare nella "fatica" della politica buona.
    Il tuo commento, corredato da acclarati e inconfutabili elementi conoscitivi, mi ha consentito di ripensare una pagina di storia da me poco esplorata...
    E, di questo ti sono grata.

  13. Giampiero Vargiu ha detto:

    Condivido in pieno quanto scritto da Tore. In ogni caso, la Storia darร , se riterrร  Amato un personaggio che ha segnato, credo in modo molto negativo, l'epoca citata, un giudizio su di lui e il suo operato.

  14. Giuseppe Putzolu ha detto:

    Grazie Tore Cherchi.Amato dovrebbe vergognarsi,ma non lo fara'.
    Perchรฉ il suo darsi aria da pensatore non e'che una posa da cattedratico ripetitivo.La visione di Berlinguer si fonda sul pensiero di Gramsci e sui valori della Resistenza. Sugli ideali della nostra Costituzione. Amato ha tratto linfa dal revisionismo astuto e mediocre del Caf.Ricordo l'incedere dignitoso di Berlinguer fischiato durante il Congresso presieduto da Craxi. Credo che il tempo e gli accadimenti abbiano messo a nudo il valore e il disvalore dei protagonisti della seconda Repubblica. Oggi il re con gli orpelli del capitalismo senza regole รจ nudo. Il risultato รจ guerra, sofferenza di popoli sotto il dispotismo di pochi ricchi e potenti. Non puรฒ esserci vera democrazia senza giustizia sociale per l'umanitร . Io continuo a credere nel pensiero di Berlinguer. Mi conforta, leggendo gli altri commenti, che sono in ottima compagnia. Giuseppe.

  15. Anna Sanna ha detto:

    Grazie Tore, la materia incandescente degli eventi richiamati nel tuo correttissimo intervento, non poteva essere ricordata meglio. L' onestร  intellettuale, che non รจ la migliore qualitร  del Dottor Sottile, รจ bene che continui ad animare coloro che verso Enrico Berlinguer hanno non solo un grande debito di riconoscenza ma che coltivano la sua memoria e il suo insegnamento, come riferimenti utili e preziosi nel tempo presente.

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