Commozione ed entusiasmo all’inaugurazione della mostra "I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer" a Cagliari

Lo splendore della luce cagliaritana ha inondato il Bastione di Saint Remy sotto un tetto di zaffiro.

Spiccava, sotto la torre, in verticale, il grande ritratto di Enrico Berlinguer, colto da Renato Corsini mentre aspettava il suo turno per intervenire a Brescia alla commemorazione della strage di piazza della Loggia, che segnala la mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer”.

Gli ultimi ritocchi alla mostra nella Passeggiata Coperta e nella Galleria dello Sperone impegnano ancora Alessandro d’Onofrio, architetto, curatore della mostra con Alexander Hobel e Gregorio Sorgonà. Alessandro D’Onofrio con Vittoria Grifone e Fabio Speranza, sono i progettisti e gli interpreti continui, come direttori d’orchestra alle prese con lo spartito di una grande sinfonia, dell’allestimento, in ogni luogo, in ogni tappa, della grandiosa mostra realizzata dall’Associazione Enrico Berlinguer presieduta da Ugo Sposetti.

Mentre viene accordato il pianoforte arriva il Coro del Teatro Lirico di Cagliari. Sono sistemate le sedie già insufficienti per le persone che man mano sono entrate. Affollano la grande e luminosissima Passeggiata Coperta, iniziano a guardare la mostra, qualcuno entra anche nella Galleria dello Sperone ad ammirare emozionanti filmati proiettati su tende luminose.

La folla pervade l’imponente spazio che non sembra nemmeno occupato dalla mostra. Visibile il piacere degli incontri, i saluti, gli abbracci. Giovani curiosi si aggirano tra le fotografie e osservano con attenzione i documenti, ascoltano sotto le campane sonore la voce di Enrico Berlinguer e guardano i meravigliosi manifesti dei maestri della grafica di cinquanta anni fa.

Arrivate le autorità, civili, militari, istituzionali, arrivate Maria e Bianca Berlinguer. Prende la parola Salvatore Cherchi presidente della Fondazione Enrico Berlinguer, impeccabile orchestratore per la Sardegna della mostra e dell’inaugurazione e poi la padrona di casa l’assessora alla pubblica istruzione, beni culturali, informazione e spettacolo e turismo comunale, Maria Francesca Chiappe.

Il coro è pronto. Il pianista Riccardo Pinna è pronto, direttore e maestro del coro Giovanni Andreoli inizia con una toccante interpretazione de il “Canto degli italiani” di Goffredo Mameli e Michele Novaro. Poi diffonde brividi l’inno europeo “An die Freude”, testo di Friedrich Schiller dal quarto movimento “Finale” della Nona Sinfonia in re minore op. 125 di Ludwig van Beethoven. Segue l’inno rivoluzionario sardo Procurad ‘e moderare di Francesco Ignazio Mannu. L’entusiasmo, gli applausi e la commozione sono incontenibili cantando “Bella ciao” per ben due volte, ricordando l’80esimo anniversario della liberazione dal nazifascismo.

Coordinati da Salvatore Cherchi si susseguono gli interventi degli oratori con il discorso introduttivo del Magnifico rettore dell’Università degli Studi di Cagliari, Francesco Mola, dell’assessora regionale alla Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, Ilaria Portas, seguito dall’intervento di Piero Comandini, presidente del Consiglio regionale. Poi l’intervento di Ugo Sposetti, presidente dell’Associazione Enrico Berlinguer, Massimo Zedda, sindaco di Cagliari. Conclude Bianca Berlinguer.

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La mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” è visitabile gratuitamente fino al 31 maggio 2025 tutti i giorni dalle 10 alle 20, alla Passeggiata Coperta e Galleria dello Sperone del Bastione Saint Remy.

Ideata e organizzata dall’Associazione Enrico Berlinguer, proposta e organizzata per la Sardegna dalla Fondazione Enrico Berlinguer, realizzata grazie al contributo della Regione Autonoma della Sardegna, il partenariato del Comune di Cagliari, il patrocinio dell’Università degli studi di Cagliari, in collaborazione con la Fondazione Gramsci, il Cespe, la Fondazione di Sardegna, la Società Umanitaria Cineteca Sarda Centro servizi Culturali di Cagliari e la Fondazione del Teatro Lirico di Cagliari, con la gestione della cooperativa Sémata.

Foto di Gabriele Calvisi

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