A costruire un mondo nuovo
Giovani comunisti verso Livorno (e verso Mosca)
Il podcast nasce da un progetto della Fondazione Enrico Berlinguer in partenariato con la Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci di Ghilarza e il Centro Servizi Culturali (CSC) di Carbonia della Società Umanitaria, con il contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri, Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali ed internazionali.
Mentre l’Armata Rossa marcia verso Varsavia, in una guerra di conquista “rivoluzionaria”, a Mosca si riunisce il secondo congresso dell’Internazionale Comunista, che è di fatto quello di fondazione. L’obiettivo dichiarato è quello di preparare, dopo la rivoluzione russa dell’Ottobre 1917, la rivoluzione mondiale.Il giovane e brillante avvocato torinese Umberto Terracini è sul treno che lo porterà a Livorno, dove parteciperà come rappresentate della sinistra estrema al XVII congresso del Partito socialista italiano. Guarda il paesaggio e prepara mentalmente il discorso che farà a Livorno. Ma un inaspettato incontro interromperà i suoi pensieri e lo farà riflettere.Con Teresa Noce ci addentriamo nella Torino in cui nasce l’Ordine Nuovodi Antonio Gramsci, la Torino delle occupazioni delle fabbriche, e dell’evidente divergenza tra i metodi e gli obiettivi dei riformisti rispetto a quelli dei comunisti. Si iscrive – a 21 anni non ancora compiuti – al partito. Caduto il fascismo, farà parte della Costituente e in Parlamento si batterà per i diritti delle donne. Nel 1921, al Congresso di Livorno, il sardo Luigi Polano prende la parola e dichiara che la Federazione giovanile socialista italiana avrebbe rotto il patto d’azione col Partito socialista italiano e fatte proprie le decisioni della frazione comunista. È dopo le sue parole che i giovani socialisti seguono la frazione comunista al teatro San Marco, dove Polano interviene nuovamente per confermare che la federazione giovanile seguirà il neonato Partito Comunista d’Italia.Non ha ancora trent’anni Humbert-Droz, incaricato dall’Internazionale comunista di presenziare a Livorno al XVII congresso del Partito socialista italiano, ma ha alle spalle un curriculum tanto ricco quanto variegato. Ha studiato Teologia ed è stato per un breve periodo il pastore di una comunità del Giura. Ora è però un rivoluzionario di professione e farà di tutto per meritarsi, anche a Livorno, l’appellativo di “Occhio di Mosca”.Giuseppe Berti, nato nel 1901, è un giovane borghese di buona famiglia napoletana, che studia Giurisprudenza. Nel primo dopoguerra è in Sicilia dove assiste ai movimenti per la terra e all’occupazione dei latifondi. La sua adesione alla causa comunista matura in questo contesto.Il 21 gennaio 1921, al congresso per la fondazione del Partito Comunista d’Italia, Rita Montagnana non prende parola ma ciò che porta al Teatro San Marco, insieme alle sue compagne, è l’istanza e la pretesa di un mondo giusto, composto da eguali tra i quali Montagnana ricomprende le donne, per la cui eguaglianza civile, politica, economica si impegnerà durante tutta la sua militanza nel partito comunista.Nei mesi che precedono il Congresso di Livorno, Luigi Longo partecipa all’articolazione territoriale della frazione comunista. Al Congresso, è colpito dai fischi che gli unitari e i riformisti riservano ai delegati della Terza Internazionale. A votazione avvenuta, insieme agli altri giovani della federazione, lascia il Teatro Goldoni in corteo cantando l’Internazionale.Gennaio 1921. Al Teatro Goldoni di Livorno tutto è pronto per il XVII congresso del Partito socialista in cui si confronteranno per alcuni giorni le tre mozioni socialiste: unitaria, riformista, comunista pura. Infine, i delegati della mozione comunista lasciano il Goldoni e si dirigono verso il teatro San Marco dove fondano il nuovo partito comunista.